9 maggio, Day 25. Dove finisce un cartoccio di latte usato in Brasile?

           Dopo una bella dormita conscio di non dovermi alzare presto per fare lezione poiché godente dei miei giorni liberi dal lavoro, faccio colazione con la mia nonna brasileira a base di pane, formaggio magro, miele, yogurt alla fragola ed un caffettino con latte per chiudere il cerchio. Un po' di lavoro scribacchino sdraiato con tutta la calma del mondo sul mio lettone, poi esco verso mezzogiorno per dirigermi in centro città ad incontrare Carmençita. Sono pronto per annunciare che andrò “a tomar un cafè” quando Claudio mi agguanta dicendomi che è pronto a scolare un chilo e mezzo di pasta fatta in casa; nonostante ciò, sono costretto a rimandare l'abbuffata. Di certo male non mi farà. Attendo il bus con le mie solite cuffiette nelle orecchie e la macchina fotografica pronta a scattare le meraviglie attorno a me, con l'occhio da aquila impicciona tipico dell'etnografo a passeggio per il mondo.
      Dopo due parole al “Santa Maria Cafè” sul più e sul meno delle ragioni che mi hanno portato a ritrovarmi in Brasile, incontro Nachos al L.C. e con lei mi dirigo attraverso la città dritto al luogo ove giungono i carretti trainati da asini, pieni di spazzatura e guidati principalemente da indios. Con grande stupore scopro che si tratta di un'associazione di riciclaggio gestita da 10 persone, guidata da una signora che da ben 9 anni dirige come una “madre” questa organizzazione. Nello stesso luogo troviamo anche una famiglia molto povera che vive accampata tra i rifiuti dando una mano al lavoro di smistamento materiali. Ciò mi fa riflettere su come, in una realtà quotidiana brasiliana -e non solo, ovviamente-, possano esistere queste enormi differenze sotto il proprio naso. Cercare di capirle senza giudicare in modo superficiale e negativo molte persone conosciute è cosa assai ardua. Questa nuova forma di economia, seppur molto umile e di fatto mirante alla mera sopravvivenza, parte dal gradino più basso della società ed in modo del tutto onesto. Ammirevole quanto povera di mezzi, è a mio avviso una grande fonte di informazioni per imparare qualcosa anche sulla propria vita da occidentale interscambista/cooperante post-graduate.
       Una lunga camminata di ritorno verso Calçadao per reincontrare nuovamente Carmen e Germano con cui andiamo allo “YES!”, scuola di lingue ove si tiene un evento multiculturale musicale e danzerino in compagnia anche dei nostri amici colombiani David e Gabriela. A seguire, una birra con Carmen a “Plaza de Bombeiros” (che diventano due e poi tre pendolando dal parco ai tavolini del locale) parlando, indovinate un po', d'amore perso e sperato farcito di saudade fresca come panna montata. Ritorno in bus verso Camobi con Germano, disperato di dover tornare nella sua nuova lontana abitazione popolata da 4 gatti e 5 cani (un altro “kingdom” molto carino) ed una mela scrivendo le memorie brasileire per rincuorare la mia mente stanca. Infine, tutti a nanna.

#Masquerade, a.k.a."Tamarrao Party"#



#Miguel, Germano and David with the director of "Casa de Criança", Santa Maria, Rio Grande do Sul, Brazzzil#


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