Dopo una bella dormita conscio di non dovermi alzare presto per
fare lezione poiché godente dei miei giorni liberi dal lavoro,
faccio colazione con la mia nonna brasileira a
base di pane, formaggio magro, miele, yogurt alla fragola ed un
caffettino con latte per chiudere il cerchio. Un po' di lavoro
scribacchino sdraiato con tutta la calma del mondo sul mio lettone,
poi esco verso mezzogiorno per dirigermi in centro città ad
incontrare Carmençita. Sono pronto per annunciare che andrò “a
tomar un cafè” quando Claudio
mi agguanta dicendomi che è pronto a scolare un chilo e mezzo di
pasta fatta in casa; nonostante ciò, sono costretto a rimandare
l'abbuffata. Di certo male non mi farà. Attendo il bus con le mie
solite cuffiette nelle orecchie e la macchina fotografica pronta a
scattare le meraviglie attorno a me, con l'occhio da aquila
impicciona tipico dell'etnografo a passeggio per il mondo.
Dopo due parole al “Santa
Maria Cafè” sul più e sul meno delle ragioni che mi hanno portato
a ritrovarmi in Brasile, incontro Nachos al L.C. e con lei mi dirigo
attraverso la città dritto al luogo ove giungono i carretti trainati
da asini, pieni di spazzatura e guidati principalemente da indios.
Con grande stupore scopro che si tratta di un'associazione di
riciclaggio gestita da 10 persone, guidata da una signora che da ben
9 anni dirige come una “madre” questa organizzazione. Nello
stesso luogo troviamo anche una famiglia molto povera che vive
accampata tra i rifiuti dando una mano al lavoro di smistamento
materiali. Ciò mi fa riflettere su come, in una realtà quotidiana
brasiliana -e non solo, ovviamente-, possano esistere queste enormi
differenze sotto il proprio naso. Cercare di capirle senza giudicare
in modo superficiale e negativo molte persone conosciute è cosa
assai ardua. Questa nuova forma di economia, seppur molto umile e di
fatto mirante alla mera sopravvivenza, parte dal gradino più basso
della società ed in modo del tutto onesto. Ammirevole quanto povera
di mezzi, è a mio avviso una grande fonte di informazioni per
imparare qualcosa anche sulla propria vita da occidentale
interscambista/cooperante post-graduate.
Una lunga camminata di ritorno verso
Calçadao per
reincontrare nuovamente Carmen e Germano con cui andiamo allo “YES!”,
scuola di lingue ove si tiene un evento multiculturale musicale e
danzerino in compagnia anche dei nostri amici colombiani David e
Gabriela. A seguire, una birra con Carmen a “Plaza de Bombeiros”
(che diventano due e poi tre pendolando dal parco ai tavolini del
locale) parlando, indovinate un po', d'amore perso e sperato farcito
di saudade fresca come
panna montata. Ritorno in bus verso Camobi con Germano, disperato di
dover tornare nella sua nuova lontana abitazione popolata da 4 gatti
e 5 cani (un altro “kingdom” molto carino)
ed una mela scrivendo le memorie brasileire
per rincuorare la mia mente stanca. Infine, tutti a nanna.
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#Masquerade, a.k.a."Tamarrao Party"# |
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#Miguel, Germano and David with the director of "Casa de Criança", Santa Maria, Rio Grande do Sul, Brazzzil# |
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