La questione "biglietti per Rio de Janeiro" deve essere assolutamente risolta. Mi sveglio alle 7 a.m. e mi dirigo a fare una piccola colazione salutando il mattiniero Claudio, poi scappo col primo bus disponibile aspettando sotto una pioggerellina incessante e piuttosto noiosa che mi ricorda una tipica giornata novembrina della provincia piemontese. In sella al primo Carlos Gomes e via, verso il centro città.
Mi reco all'agenzia viaggi ove trovo Andrei, l'addetta alle prenotazioni e Germano intenti a ricercare un volo verso il nord del paese a costi e tempi ridotti. Trovata la soluzione, ritiriamo i soldi da un vicino ATM, paghiamo e ci facciamo una foto con il biglietto per il nostro pubblico che segue "Le disavventure dei due italiani in Brasile".
Mi reco all'agenzia viaggi ove trovo Andrei, l'addetta alle prenotazioni e Germano intenti a ricercare un volo verso il nord del paese a costi e tempi ridotti. Trovata la soluzione, ritiriamo i soldi da un vicino ATM, paghiamo e ci facciamo una foto con il biglietto per il nostro pubblico che segue "Le disavventure dei due italiani in Brasile".
Ritorno presso "La Santa Cafè" per terminare gli ultimi lavori, prendere un espresso e capire quali orari seguire per imbarcarci prontamente verso Rio. Incontro Natalye e a seguire Carmenciu, con la quale prendo un altro caffè facendo inoltre una mini-intervista da inviare ai mass media locali su cui saremmo molto probabilmente pubblicati. Pago il conto, metto lo zaino in spalla e vado verso il Royal Plaza passando attraverso il parco della città scattando qualche foto lungo il tragitto.
Nel pomeriggio continuo con piacere a parlare di piccoli grandi dinosauri, misure ad occhio per architetti, Bob Dylan, cibo italiano e musica anni '90 intervallata a Chapman e Baker, mentre penso agli articoli di Cosmopolitan ed il buio si fa largo attraverso le finestre. Ritornato in centro città incontro Hendrick, con il quale raggiungiamo nuovamente il "Botequim" per l'ennesimo ultimo addio agli italiani. In questo caso presiedo e rappresento la nostra penisola soltanto io.
Nel pomeriggio continuo con piacere a parlare di piccoli grandi dinosauri, misure ad occhio per architetti, Bob Dylan, cibo italiano e musica anni '90 intervallata a Chapman e Baker, mentre penso agli articoli di Cosmopolitan ed il buio si fa largo attraverso le finestre. Ritornato in centro città incontro Hendrick, con il quale raggiungiamo nuovamente il "Botequim" per l'ennesimo ultimo addio agli italiani. In questo caso presiedo e rappresento la nostra penisola soltanto io.
Una "Goodbye Polar", la scoperta che Michael Hasselhoff è stata la causa principale della caduta del muro di Berlino (argomento ispirato dal film "The Wall" e da una canzone passata in sottofondo nel locale), i saluti ai cari amici brasiliani, colombiani, americani e tedeschi. Mi mancherete, potete starne certi. Una fermata del bus piena di chiacchiere e scambi di opinioni con un gentile insegnante di inglese della scuola "Challenger Brazil" conosciuto alla nostra presentazione, poi l'arrivo del bramato bus in direzione Camobi. Qui incontro Claudio, organizzo la partenza di domani mattina, mangio un panino di straforo dal frigorifero e scrivo infine le memorie bloggeristiche. La palpebra cala ed io vi saluto.
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