Un grosso mal di testa mattutino, un caffè con latte per tornare nel mondo dei vivi e fare due chiacchiere con gli splendidi Claudio ed Isabella riguardo molteplici argomenti, dall'erba mate al principio attivo di un farmaco per il raffreddore, ad alcune domande sul mio punto di vista riguardo la migrazione italiana verso il Brasile da "italiano originale". Scherzosamente ricordo che "noi italiani' non siamo affatto buoni a fare la guerra, ma piuttosto a suonare il mandolino mangiando pizza -per rimpolpare gli stereotipi su di noi nel mondo-.
Dopo aver lavorato su alcuni pezzi bloggeristici prendo il primo bus in direzione centro città colpito da un vento gelido che di certo non è ciò che mi aspettavo da un paese tutto Copacabana e candide spiagge con acqua limpida dalle sfumature verdi. Questo è uno miei ultimi viaggi locali. Ricordo il disorientamento totale durante il mio primo giorno a Santa Maria; ora, tutto mi sembra differente, più familiare, conosciuto; un nuovo inizio che, tuttavia, terminerà presto divenendo un ricordo non troppo lontano.
Nel pomeriggio prendo un caffè colombiano con Gabry e di seguito saluto gli amici conosciuti lungo il cammino in una sorta di "non-esperanto" bevendo un "vino italiano" che ben poco ricorda la nostra cara penisola. Ne avremo molte di magagne, ma di certo in questo campo non siamo secondi proprio a nessuno, noi italiani (ancora una volta, almeno questo).
Alle 22 ci si dirige al Pingo per un'uscita notturna con Fernando, Carmenciu, Mike, Gabry, Germano, Mariangela. Una piccola festa di addio ai vecchi cari "fuckin' italians" in partenza per Rio da qui a pochi giorni. Tra me e me penso "chissà cosa capiterà nei prossimi mesi", mentre "Last Nite" degli Strokes viene interpretata dalla live band e mi sembra di morire un'altra volta sorseggiando fresca birra Polar.
In tarda nottata torno verso Camobi in compagnia di Fernando con il quale divoro un xis per placare la fame notturna a soli 4 reales parlando delle differenze tra la nostra famosa "italietta berlusconiana" ed il Rio Grande do Sul. Ricevo strambe telefonate notturne alle 5 del mattino mentre sono già sotto le coperte e desidero solo difendermi da questo freddo umido che mi spacca le ossa. E penso, infine, ad un malinconico George Harrison che canta, solo per me, questa magnifica frasetta colma di saudade: "Something has been lost, sigh".
In tarda nottata torno verso Camobi in compagnia di Fernando con il quale divoro un xis per placare la fame notturna a soli 4 reales parlando delle differenze tra la nostra famosa "italietta berlusconiana" ed il Rio Grande do Sul. Ricevo strambe telefonate notturne alle 5 del mattino mentre sono già sotto le coperte e desidero solo difendermi da questo freddo umido che mi spacca le ossa. E penso, infine, ad un malinconico George Harrison che canta, solo per me, questa magnifica frasetta colma di saudade: "Something has been lost, sigh".
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Germano @ campus UFSM, Santa Maria, talkin' about Start-Up Companies |
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