25 & 26 maggio, Day 41-42. Il grande ritorno y la profondità della saudade brasileira.

         Sveglia alle ore 5.02 e partenza in tutta fretta alle ore 5.15 con un'intraprendente taxista donna che pare avere molta fretta di andarsene. Si fila via lisci sull'asfalto di Rio con una temperatura decisamente bassa per le normali condizioni termiche di questa fascia tropicale. Prendiamo un Bus Real Premium di colore blu a 12 reales, diretti all' "Aeroporto Internacional Galeão / Tom Jobim" dove ci imbarcheremo per Porto Alegre.
         Arriviamo con un buon anticipo e scopriamo che il volo è stato posticipato per ragioni sconosciute dalle 9.15 alle 9.50; inoltre, il Gate è cambiato all'ultimo minuto ma poco male, siamo comunque in orario. Alla porta R5 troviamo l'airbus che ci porterà al nostro primo scalo della giornata. Dopo un paio d'ore di viaggio su un aereo che, contro ogni aspettativa, non fa alcuno scalo a San Paolo (terzo mistero della compagnia Avianca) atterriamo direttamente a POA. Ora ci sono "solo" 6 ore di aspettativa nella sala relax che ci dividono dal prossimo velivolo che ci porterà a Lisbona.
      Cerchiamo disperatamente una rete wi-fi gratuita ma, ovviamente, sono disponibili solo reti a pagamento. Dopo aver visionato e scartato un'offerta à la “Arsenio Lupin” (5 R$ per 10 minuti di connessione, e persino 15 R$ per scaricare delle foto su cd), ce la caviamo con 11 reales e spicci per sei ore di connessione indispensabili a sopravvivere nella noia dell'attesa. Come pranzo un ultimo Sunday de Morango, 4 R$ di bontà satura di grassi accompagnata da un cappuccino nello stile american-brasiliano nonché dalla scrittura de “Le mie piccole memorie/prigioni bloggeristiche” di Miguel “Pellico” Pascal.
       Ci si imbarca nuovamente e senza problemi se non per il colpo di scena finale all'ufficio passaporti, situato al Gate d'imbarco dell'Airbus Flytap: è necessario di fatto esibire la ricevuta noi consegnata nel mese di aprile, al momento dell'ingresso nel paese. Ovvero, un foglietto di carta preso 6 settimane fa, timbrato dalla polizia federale e perso in chissà quale angolo della valigia. Sono fortunato: lo trovo subito in mezzo le ricevute messe da parte in una apposita cartellina. Germano, invece, non ha la più pallida idea di dove sia. Si parla di una multa di 800 dollari da pagare per un pezzo di carta mancante (!) -della cui importanza nulla fu comunicato a riguardo-. La cosa diviene ancora più assurda poiché sul passaporto viene sempre posto il timbro d'entrata (!); ed è proprio questa la carta decisiva che ci fa vincere il round decisivo con la polizia federale evitando spiacevoli assurde multe.
      Dopo questa tragi-commedia brasileira, eccoci pronti a tritare circa 10.45 ore di volo internazionale, conditi con: due pasti abbondanti e buoni, un pezzo di “Lo Hobbit” in lingua originale con sottotitoli portoghesi, la ricerca della posizione giusta per dormire su un volo intercontinentale, l'attesa snervante ed un piccolo maldischiena continuo e strisciante. Mi risveglio con la colazione pronta davanti il mio piccolo tavolino di fronte il sedile, sbranandola come solo un affamato lupo della steppa digiuno da diversi giorni può fare.
       Siamo quasi arrivati: 35 minuti all'atterraggio a Lisbona. La lunga saga brasileira sta giungendo al termine e, come tutti i “grandi viaggi” -poco importa la loro durata- giunge il momento degli addii. Germano fa le riprese che chiuderanno l'ultima puntata dedicata alla saudade, ci si saluta e ci si stringe la mano, poi ci dividiamo: lui Gate 16, io Gate 19, diretti rispettivamente verso Roma e Milano. Il mio imbarco è alle 13.10 ora portoghese, circa 45 minuti dopo l'arrivo da Porto Alegre; l'ultimo mio volo durerà altre due ore.
       Il tempo per riflettere è molto. Penso al futuro prossimo, a come sia buona la scrittura di Salza, a quali bandi di ricerca accademica partecipare ringraziando allo stesso tempo i Black Keys per avere registrato uno splendido EP come "Chulahoma", capace di liberare serotonina e novocaina nel mio organismo (la voce finale della moglie del “fantasma” alla segreteria telefonica ne è la prova lampante). 
       Scendo dall'aereo, sono a Milano. Sento subito un' ”aria di famiglia” -non tanto Wittgensteiniana, quanto un leggero sapore, un forte odore di casa natìa-. Le voci con accento milanese mi ricordano quanto noi italiani rimaniamo inequivocabilmente un fenomeno antropologico davvero interessante, pieno di gestualità, voce ad alto volume, modi di dire ed intercalari famosi in tutto il mondo come “Mamma mia!” e “Ma che cazzo!” (che tanto facevano ridere i nostri amici brasileiri). Ancora un po' di attesa a Linate, un bus diretto per Torino Porta Susa, la rimpatriata familiare e...anche questa sfacchinata è terminata.



        Difficile dire quali sensazioni mi passino per la testa. Sento una gran voglia di scrivere, fermare il tempo, abbracciare tutti i singoli momenti di questa nuova, passata esperienza brasiliana. La consapevolezza che qualcosa di questo viaggio rimarrà dentro di me per sempre è palpabile, tra il brivido freddo lungo la schiena ed il pizzicotto per risvegliarsi dal sogno, una scarica di vita con elettrodi emotivi e la morte dei rami secchi caduti per saudade. Sono pronto a vivere l'estate italiana in arrivo dal fresco inverno gaucho del Rio Grande do Sul, a far risuscitare interiormente "due mondi" come un piccolo Garibaldi, così tanto amato dagli italiani immigrati in questa parte del sud America.

         Cosa ci riserverà il futuro? 



Un saluto a tutti i lettori, 

miguel pascal



Reflex-ctions in Brazil with "Translating" Nachos Verardi.  I feel "saudadinho" about going around in Santa Maria takin' photo-reportages every day.

Preparare la lezione del giorno attendendo i piccoli diavoli della Cicero Barreto...la saudade può essere anche tecnologica?

#Mi mancheranno le collaborazioni, le uscite con gli amici, le nuove conoscenze brasileire (e non solo)#

Mi mancheranno i coloratissimi Graffiti di Santa Maria
L'avrei chiamata Giulietta, per il suo tenero musetto shakespeariano. Mangiava le ciabatte di Germano lasciando le sue opere di fianco il televisore, guardandoti con l'aria di chi sa d'avere il potere disarmante del cucciolo col rotolo Tenderly...ci mancherai, brasileira



Photos by Michele Pasquale (eccetto #)

Nessun commento:

Posta un commento