17 aprile, Day 3. 2,50 centavos la tazza y villa con piscina, darling!

       Sveglia dopo essersi addormentati con il netbookino da viaggio sul panciotto. Mi faccio un caffè verso le otto del mattino ed inizio a riscrivere la seconda puntata bloggeristica. In seguito post-produco le foto di ieri per poi chiudere le valigie per il prossimo trasloco imminente. Di fatto Luciana arriverà verso le nove per spostarmi a venti minuti di distanza a piedi dalla casa di Fernando in una nuova sistemazione. Dopo una passeggiata sotto il sole cocente con aerei miliari ed elicotteri che sorvolano i cieli di Santa Maria dalla vicina base militare, arriviamo nella casa di Claudio ed Isabella in una vera reggia con cane docile e coccolone, piscina, 10 stanze e lettone matrimoniale just for me, forno a legna e giardinetto sul retro per gustare gli anni di una ricca pensione brasileira. Si saluta la cara coppietta felice e si prende un bus per il centro. Incontriamo Germano dopo le lunghe prime lezioni di portoghese improvvisato sui mezzi pubblici della città (ovvero un brasiliano misto a spagnolo improbabile, italiano ed, ovviamente, inglese). Andiamo alla sede Aiesec dove mangio pastel assado e pão de queijo oltre al mio solito cafè di cui ho la mia solita dipendenza oltre oceano a 2,50 centavos la tazza.
      Prima introduzione generale con file .ppt sul Brasile ricco di vari punti e parole chiave imperdibili: feijoada, caipirinha, capoeira, carnival do Rio, indios, foz do Iguaçu, Amazonia's women...passando per le spiagge di Salvadorde Baia, Praia do Forte e Fortaleza, ed infine, giusto per non scadere negli stereotipi da cinepattone, Copacabana e Ipanema. Mi verrebbe da dire che il punto di vista emico passa anche per quel “senso comune” inteso dal buon Clifford Geertz. Si rischia spesso di minimizzare il valore di una cultura locale, insomma...ma non lo dirò, promesso. Più interessante forse il lato Polar Beer e Barbeque che di certo approfondiremo dal vivo nei prossimi giorni.
       Usciamo a mangiare al centro commerciale “Santa Maria” dove si riempiono piattoni più o meno grandi da pagare a peso con acqua minerale a 4 euro e rotti. Si torna alla sede AIESEC per fare un'altra lezione introduttiva sul “progetto Geraçao” e le aulas di portoghese che avò nel pomeriggio, cercando poi il tempo per post-produrre foto, prendere appunti per il blog ed inviare qualche materiale utile in Italia. Diego si alza di colpo e ci dice: “dobbiamo andare alle lezione di portoghese in 5 minuti! Muoviamoci!”. Usciamo di fretta, malediciamo le divinità pagane, abbandoniamo i pc e corriamo per strada poiché siamo in ritardo senza saperlo...
      Due ore dopo si scappa di colpo dalla lezione di portoghese all'UNIFRA dove in un'ora veniamo inondati di informazioni chiusi in un banco largo 40 centimetri tipo quarta elementare con un'insegnante di 22 anni molto brava e stranamente troppo giovane ai nostri occhi italiani abituati a severe vecchie signore con collana di perle come insegnanti di lingua. Dopo un'ora di frullatore mentale ritorniamo al centro AIESEC dove post-produco ancora per tre ore di fila le foto di questi giorni, dopodiché muoio e chiedo di bere una birra per uscire dal vortice del lavoro ininterrotto da questa mattina.
      Birra Polar con patatine e dolcetti al cioccolato, chiacchiere in portoghese ed italiano mixed with italiano-brasileiro, Garibaldi “eroe dei due mondi” (da queste parti è osannato) e racconti sulla massoneria dotata di biglietti da visita di Diego. Infine, passiamo al sonno profondo trovando un posticino in centro città per evitare di tornare alla mia nuova casa con piscina (bellissima, ma troppo lontana dal centro e dalla scuola dove dovrò fare lezione domani mattina). «Sono così stanco da non poter dormire», vittima forse ancora del jet-lag e di certo bisognoso di sprofondare tra le braccia di Orfeo do Brazil.








Gallery di immagini brazzzzileire della città di Santa Maria. Foto by Miguel Pascal.

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