Sveglia dopo essersi addormentati con il netbookino da viaggio
sul panciotto. Mi faccio un caffè verso le otto del mattino ed
inizio a riscrivere la seconda puntata bloggeristica. In seguito
post-produco le foto di ieri per poi chiudere le valigie per il
prossimo trasloco imminente. Di fatto Luciana arriverà verso le nove
per spostarmi a venti minuti di distanza a piedi dalla casa di
Fernando in una nuova sistemazione. Dopo una passeggiata sotto il
sole cocente con aerei miliari ed elicotteri che sorvolano i cieli di
Santa Maria dalla vicina base militare, arriviamo nella casa di
Claudio ed Isabella in una vera reggia con cane docile e coccolone,
piscina, 10 stanze e lettone matrimoniale just for me, forno a
legna e giardinetto sul retro per gustare gli anni di una ricca
pensione brasileira. Si saluta la cara coppietta felice e si prende
un bus per il centro. Incontriamo Germano dopo le lunghe prime
lezioni di portoghese improvvisato sui mezzi pubblici della città
(ovvero un brasiliano misto a spagnolo improbabile, italiano ed,
ovviamente, inglese). Andiamo alla sede Aiesec dove mangio pastel
assado e pão
de queijo oltre al mio
solito cafè di cui ho
la mia solita dipendenza oltre oceano a 2,50 centavos
la tazza.
Prima introduzione generale con file .ppt sul Brasile ricco di vari
punti e parole chiave imperdibili: feijoada,
caipirinha, capoeira,
carnival do Rio,
indios, foz
do Iguaçu, Amazonia's
women...passando per le spiagge
di Salvadorde Baia,
Praia do Forte e
Fortaleza, ed infine,
giusto per non scadere negli stereotipi da cinepattone,
Copacabana e Ipanema.
Mi verrebbe da dire che il punto di vista emico passa anche per quel
“senso comune” inteso dal buon Clifford Geertz. Si rischia spesso
di minimizzare il valore di una cultura locale, insomma...ma non lo
dirò, promesso. Più interessante forse il lato Polar Beer e
Barbeque che di certo approfondiremo dal vivo nei prossimi giorni.
Usciamo a mangiare al centro
commerciale “Santa Maria” dove si riempiono piattoni più o meno
grandi da pagare a peso con acqua minerale a 4 euro e rotti. Si torna
alla sede AIESEC per fare un'altra lezione introduttiva sul “progetto
Geraçao” e le aulas di portoghese che avò nel
pomeriggio, cercando poi il tempo per post-produrre foto, prendere
appunti per il blog ed inviare qualche materiale utile in Italia.
Diego si alza di colpo e ci dice: “dobbiamo andare alle lezione di
portoghese in 5 minuti! Muoviamoci!”. Usciamo di fretta,
malediciamo le divinità pagane, abbandoniamo i pc e corriamo per
strada poiché siamo in ritardo senza saperlo...
Due ore dopo si scappa di colpo dalla lezione di portoghese
all'UNIFRA dove in un'ora veniamo inondati di informazioni chiusi in
un banco largo 40 centimetri tipo quarta elementare con un'insegnante
di 22 anni molto brava e stranamente troppo giovane ai nostri occhi
italiani abituati a severe vecchie signore con collana di perle come
insegnanti di lingua. Dopo un'ora di frullatore mentale ritorniamo al
centro AIESEC dove post-produco ancora per tre ore di fila le foto di
questi giorni, dopodiché muoio e chiedo di bere una birra per uscire
dal vortice del lavoro ininterrotto da questa mattina.
Birra Polar con patatine e dolcetti al cioccolato, chiacchiere in
portoghese ed italiano mixed with italiano-brasileiro,
Garibaldi “eroe dei due mondi” (da queste parti è osannato) e
racconti sulla massoneria dotata di biglietti da visita di Diego.
Infine, passiamo al sonno profondo trovando un posticino in centro
città per evitare di tornare alla mia nuova casa con piscina
(bellissima, ma troppo lontana dal centro e dalla scuola dove dovrò
fare lezione domani mattina). «Sono
così stanco da non poter dormire»,
vittima forse ancora del jet-lag
e di certo bisognoso di sprofondare tra le braccia di Orfeo do
Brazil.
Gallery di immagini brazzzzileire della città di Santa Maria. Foto by Miguel Pascal.
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