24 aprile, Day 10. My new brazilian Grandma y il nuovo felino brasileiro.

     Colazione con la nuova nonna brasileira, caffè nero e doccia rilassante pre-scrittura bloggeristica. Durante il pranzo settimanale con tanto di pesce al forno, manioca e succo d'arancia dal giardino della casa delle meraviglie, Claudio ed Isabella mi illustrano la semantica del termine“cachaça”, acquavite da cui il diminutivo “canha”, indicante un bicchierino bevuto “alla botta” dagli immigrati alla frontiera del Brasile (piccola storiella tra il fabulistico, la curiosità e la chiacchierata da tavola). Segue il termine “carreteiro”, indicante riso bianco con carne sotto sale essicata (i tranci di bovino vengono lasciati da Claudio ben due giorni ad asciugare con un ventilatore sempre acceso per evitare le nubi di mosche), che si rivela essere la prima antica forma di economia dello stato di Rio Grande do Sul.
         Prendo il mio solito bus aspettando di fronte la chiesa con la vecchia stazione ferroviaria oggi abbandonata e la scritta “Camobi” prendente da un lato, riparandomi dal sole come meglio posso ed annoiandomi pensando alla lunghezza del viaggio. Per fortuna un Paul McCartney registrato negli anni sessanta mi fa tornare il buon umore nel frastuono del mezzo che si muove verso il centro città. Penso che non suono uno strumento da ben una settimana ed mi viene la voglia di comprarmi una chitarra brasileira appena arrivato in città. Raggiungo Germano, Naty detta “nachos” ed un altro volenteroso ragazzo AIESEC pronto a tradurre per noi le domande dall'inglese al portoghese. Ci rechiamo al banchetto delle madri delle vittime della discoteca Kiss, prendendo i contatti ma non potendo ancora filmare alcunché se non prima di avere inviato una mail al comitato centrale dell'associazione stessa. Dunque rimandiamo le difficili, toccanti interviste ai prossimi giorni e ripieghiamo con delle domande poste agli artigiani indios che vendono i loro prodotti in centro città. Ne viene fuori un'interessante, diretta testimonianza di una difficile realtà che rischia spesso di rimanere in secondo piano all'attenzione della comunità, dei turisti, dei media. Dopo aver ritirato altri dindini da spendere parsimoniosamente nelle prossime settimane, compro un souvenir dagli stessi indios (un colorato scaccia-incubi da porre sopra il letto) e mi reco con Germano alla nostra lezione di portoghese. La bella maestrina dall'accento portoghese è sempre molto gentile e competente, l'ora passa veloce e noi riceviamo il nostro foglio per ricevere uno sconto sui trasporti pubblici. Mi reco all'L.C. per svolgere un po' di lavoro scribacchino, firmare un paio di carte ed infine raggiungere Germano per una birra (dopo aver scoperto che sulla mia bacheca di facebook gli AISECERers hanno scritto qualcosa del tipo “sono allupato” in portoghese).
       Dopo lavoro mi becco con Germano e Mariangela, prendiamo un gelato al volo da McDonald, poi la giovane si reca in palestra e noi a bere una birra al pub di fronte casa. Qui troviamo la Colombia, i Paesi Baschi, il Perù, gli USA, la Germania, il Brazile e l'Italia, ovviamente, mischiati e rappresentati da dei giovani intercambisti. Piovono birre dal cielo, patatine con formaggio fuso e bacon, altri giri alcolici pagati a rotazione e si pagano circa 12 euro a testa. Io mi reco alla fermata del bus per intercettare il primo mezzo in direzione Camobi aspettando solo una decina di minuti, (incredibile ma vero). La corsa termina sotto casa e poi si va dritti dritti sotto le coperte, ma non prima di aver scritto il mio blog giornaliero. See u tomorrow, guyz.


Ed ancora...la nostra nuova felina mascotte brasileira ha bisogno di mangiare più scatolette?


La nostra nuova felina mascotte brasileira? "Mr. Brown, the cat is on the netbook."

Having a strong breakfast with my new brazilian Grandma.


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