Sveglia riposata ma super raffreddata. Colazione con nonna Isabella,
gentile come non mai, che mi propone l'incantevole racconto di tutti
i suoi nipoti con un sorrisone a 101 denti, trattandomi come un
figlio -nonostante mi conosca da un paio di pomeriggi-. Mi incontro
con Germano nel centro della cittadina dove, attendendo le altre
AIESECers, documentiamo una bellissima esibisione di capoeira
nella strada principale. Come un bimbetto mi dirigo verso il cerchio
creato per l'occasione attorno danzatori e musicisti, scatto mille
foto ad 1/200 di secondo con scatto a raffica e mi godo il suono
incalzante degli strumenti. Un rituale marziale che rende tanto
curiosi e felici noi antropologi sparsi per il mondo a cercare un
lavoro retribuito. Finalmente i giovani ritardatari arrivano,
mangiamo insieme al Santa Maria Shopping Center (con il solito
piattone da pagare a peso) e ci prendiamo un cafè
al piano terra dove vado avanti a scrivere, raccontare le mie
avventure in centro Africa da researcher ai
coetanei brasiliani aspettando che arrivi la sera per la grande
grigliata di carne offerta dai miei ospitanti (le promesse di tequila
e carne a volontà sono piuttosto allettanti). Con Camilla ed altri
giovani studenti ascoltiamo pezzi di bossa nova
(che sembrano emozionare ed interessare solo me) e cerco di capire
parallelamente la diffusione del fenomeno musone annoiato
tra i giovani di Santa Maria, Rio Grande do Sul.
Scende il sole sotto l'orizzonte della città sud americana e ci
si prepara alla serata mangereccia con l'acquolina in bocca. Con
Germano ci si reca alla stazione del bus dove riusciamo a perdere due
navette per Camobi rimanendo incantati dalle bellezze brasiliane a
passeggio o in attesa sulle panchine della parada per
ingannare il tempo. Dopo venticinque minuti passati ad apprezzare le
bellezze oltreoceano ecco che saliamo di corsa sul mezzo arrivando
fino all'aeroporto militare non proprio in modo volontario; dobbiamo
tornare indietro dal capolinea facendo un pezzo a piedi nel bel mezzo
del nulla con cani pronti ad inseguirci per morderci le caviglie, una
minacciosa oscurità all'orizzonte e desolazione attorno a noi. In
realtà si tratta di fare 100 metri scarsi e girare l'angolo per
essere accolti dai dolci nonni brasileiri e cominciare a
gustare tequila, liquori d'importazione, birra annacquata ma
soprattutto una grigliata di carne a dir poco enorme. Alle 23.30 le
pancie sono piene e le discussioni sulla diversità di sex/gender
a Santa Maria volgono al termine (insieme alle mie critiche al
fenomeno Meneghetti, semi-divinità scesa in terra dal Veneto a
Quarta Colonia). Una lavata alle zanne e dritti a scrivere una pagina
di blog prima di addormentarsi.
 |
Keyword ricorrente. |
|
 |
Obrigado! La mia prima parola portoghese. |
 |
Note di campo y cambio denaro. Turistantropologo. | | | | | | |
|
|
|
Nessun commento:
Posta un commento