20 aprile, Day 6. Grigliata y tequila à la brasileira.

    Sveglia riposata ma super raffreddata. Colazione con nonna Isabella, gentile come non mai, che mi propone l'incantevole racconto di tutti i suoi nipoti con un sorrisone a 101 denti, trattandomi come un figlio -nonostante mi conosca da un paio di pomeriggi-. Mi incontro con Germano nel centro della cittadina dove, attendendo le altre AIESECers, documentiamo una bellissima esibisione di capoeira nella strada principale. Come un bimbetto mi dirigo verso il cerchio creato per l'occasione attorno danzatori e musicisti, scatto mille foto ad 1/200 di secondo con scatto a raffica e mi godo il suono incalzante degli strumenti. Un rituale marziale che rende tanto curiosi e felici noi antropologi sparsi per il mondo a cercare un lavoro retribuito. Finalmente i giovani ritardatari arrivano, mangiamo insieme al Santa Maria Shopping Center (con il solito piattone da pagare a peso) e ci prendiamo un cafè al piano terra dove vado avanti a scrivere, raccontare le mie avventure in centro Africa da researcher ai coetanei brasiliani aspettando che arrivi la sera per la grande grigliata di carne offerta dai miei ospitanti (le promesse di tequila e carne a volontà sono piuttosto allettanti). Con Camilla ed altri giovani studenti ascoltiamo pezzi di bossa nova (che sembrano emozionare ed interessare solo me) e cerco di capire parallelamente la diffusione del fenomeno musone annoiato tra i giovani di Santa Maria, Rio Grande do Sul.
     Scende il sole sotto l'orizzonte della città sud americana e ci si prepara alla serata mangereccia con l'acquolina in bocca. Con Germano ci si reca alla stazione del bus dove riusciamo a perdere due navette per Camobi rimanendo incantati dalle bellezze brasiliane a passeggio o in attesa sulle panchine della parada per ingannare il tempo. Dopo venticinque minuti passati ad apprezzare le bellezze oltreoceano ecco che saliamo di corsa sul mezzo arrivando fino all'aeroporto militare non proprio in modo volontario; dobbiamo tornare indietro dal capolinea facendo un pezzo a piedi nel bel mezzo del nulla con cani pronti ad inseguirci per morderci le caviglie, una minacciosa oscurità all'orizzonte e desolazione attorno a noi. In realtà si tratta di fare 100 metri scarsi e girare l'angolo per essere accolti dai dolci nonni brasileiri e cominciare a gustare tequila, liquori d'importazione, birra annacquata ma soprattutto una grigliata di carne a dir poco enorme. Alle 23.30 le pancie sono piene e le discussioni sulla diversità di sex/gender a Santa Maria volgono al termine (insieme alle mie critiche al fenomeno Meneghetti, semi-divinità scesa in terra dal Veneto a Quarta Colonia). Una lavata alle zanne e dritti a scrivere una pagina di blog prima di addormentarsi. 


Keyword ricorrente.
Obrigado! La mia prima parola portoghese.


Note di campo y cambio denaro. Turistantropologo.      


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