Dopo essermi alzato, sbarbato e lavato le zanne, sono pronto ad
uscire con la mia giacchetta nera dal sapore elegante-muito
fácil alla conquista della Cicero Barreto. Faccio lezione
affiancato dalla traduttrice del corso di inglese sulla mia
ricerca in Africa nonché il terzo settore spiegando, insomma, “cosa
diavolo ci faccio in Brazzzil”.
Lotto per ottenere la tessera dei bus con la facilitazione studenti
dopo una coda di venti minuti agli uffici della S.I.M. consegnando la
solita montagna di documenti che tanto amano le burocrazie di tutto
il mondo. Dopo un'ulteriore aspettativa di 15 minuti, infine, sono
richiamato per prendere la mia tessera al bancone principale. Esco felice come una
Pasqua ma stanco come un Pasquale che ha dormito poco e male. Per
questa ragione mi concedo un sonnellino pomeridiano facilitato dalla
pioggia incessante, dal cielo nero e dallo stress accumulato in
questi giorni -senza contare le nottate da materasso gettato a
terra-.
Verso le 9.30 p.m. prendo il bus in direzione centro città per
incontrare la “compagnia dell'anello” (Mike Frodo, Germano,
Roberto, Hendrick) con i quali ci rechiamo ad una festa universitaria
organizzata dagli studenti di medicina. Inutile dirVi che il
concerto, la birra a fiumi (da oggi la Skol supera ufficialmente la
Polar come birraccia brasileira) e le bellezze locali sono sempre
un grande fascino per gli italiani -ma non solo- in giro per il sud
del mondo. Dopo chiacchiere, pisciate lunghe venti minuti e due metri
nel campo da calcio dietro il locale, i giri tra la folla con lo
sguardo della faina mischiato al cerbiatto di Bambi e la musica ad
alto volume, con Gian prendiamo un panino imbottito in un piccolo
chiosco denominato “I Baffoni” (“Xis do Bigode
”). Si chiudono gli occhi alle 6 a.m.
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"L'amore è una malattia dell'immaginazione"
(Maksim Gorkij,
Racconto di un amore non corrisposto, 1922/24)
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